“Seconda stella a destra,
questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino …”
Beh non si può certo dire che ad Alicudi non si vedano le stelle. Complice l’assenza di luce pubblica (e nei giorni in cui sono stata, anche della luce della luna piena) appena arrivata sull’isola, sembrava volessero cadermi addosso. Mai visto un cielo così pieno di stelle.
Ma andiamo per ordine.
Se chiedeste a qualcuno che ci è stato per una gita veloce di qualche ora, oppure abituato a vacanze “all inclusive”, cosa ci sia ad Alicudi vi risponderà: “niente! Ad Alicudi non c’è proprio niente!”
Ed io sorrido.
Perché in quel “niente” che molti vedono, c’è tanto da vivere e da godere; e poi, se vi va, da raccontare.
Innanzitutto va detto che Alicudi è l’ultima delle Isole Eolie, è la più piccola e la più lontana, quella scelta per la gira di un’ora, giusto per dire di esserci stati, poiché chi la sceglie per un soggiorno più lungo sa già cosa troverà in quella piccolissima isoletta circondata dal mare color blu mediterraneo.
Vi dico prima cosa non c’è, così ci togliamo il pensiero. Dunque se vorrete andarci, dovrete sapere che sull’isola non ci sono strade, ma solo mulattiere, non ci sono mezzi di trasporto, ma sono i muli; sono gli asinelli a trasportare fino ai terrazzamenti tutto quello che può servire ed anche i bagagli dei villeggianti. C’è chi sostiene che siano stati gli asini a trasportare il materiale edile per la costruzione delle case fin nel punto più alto dell’isola. Io il mio bagaglio l’ho portato a mano da sola.
Non vi è luce pubblica, quindi se la sera si vuole uscire bisogna munirsi di una torcia. Non vi sono farmacie né tabaccai, pertanto, se si decide di soggiornarvi bisognerà premunirsi prima, di eventuali necessità.
Non vi sono spiagge attrezzate, lidi, ombrelloni, chiringuito, gioco aperitivo, balli di gruppo, souvenir da comperare.
Non vi sono ristoranti stellati o superchic.
E allora? – direte.
Perché dovremmo andare a passare le vacanze ad Alicudi?
Mettetevi comodi, perché adesso vi racconto Alicudi e i tanti perchébisognerebbe proprio farsi il regalo di andarci a stare almeno una volta nella vita.
Intanto l’isola è il posto ideale per chi vuole riposare, ritrovare la tranquillità e scoprire quanto rilassante possa essere un posto nel quale non ci sono i rumori ai quali siamo abituati che vanno dai classici rumori delle città, al continuo squillare dei cellulari.
Qui i telefoni prendono poco (forse dovrei dire pochissimo), internet quasi niente, ed è come se si restasse un po’ fuori dal mondo, ma questo si traduce anche nel non essere raggiunti dalle quotidiane seccature dalle quali tutti, prima o poi vorremmo scappare.
Gli unici suoni che si sentono arrivano dalla natura.
Ecco … la natura. È questo il gioiello contenuto, o meglio incastonato nell’isola. Una natura incontaminata, quasi selvaggia che si arrampica su per una collina ripida, non facile da percorrere ma che offre panorami mozzafiato.
Non è un’isola che vede al porto barche superlusso attraccate. Al piccolo porto (che poi è una baia) sono ormeggiate le barche dei pescatori che di mattina presto o nelle ore notturne escono a pescare. E del pescato del giorno si nutre la popolazione dell’isola. Ci sono due ristorantini, che sono anche bar. Qui si mangia prevalentemente pesce, in primi e secondi piatti. Ma si possono gustare anche ottime granite. Oltre ai gusti classici, quelle more e fichi d’india sono molto gustose ed appaganti. In fondo il fico d’india è il frutto dell’isola, insieme agli agrumi, l’uva, le olive e il cappero frutto caratteristico delle isole eolie ma che qui ad Alicudi si trasforma non solo in ottimo condimento per le insalate oeliane, ma anche in souvenir. Eh sì, se cercate un souvenir, portate a casa un sacchetto di capperi.
Durante il soggiorno potete chiedere alle signore dell’isola di cucinare per voi. I piatti del giorno sono quasi tutti a base di pesce pescato sul posto e melanzane. Io ho fatto piacevolmente questa esperienza. Sotto la mia residenza vi è una signora che cucina proprio come faremmo a casa. Senza artefizi, senza troppi intingoli, con la semplicità della cucina isolana. I sapori sono esaltati dall’aria di mare, che sale, si inerpica lungo i terrazzamenti, si insinua sotto i porticati delle abitazioni costruite nella pietra che sono gli alloggi per gli ospiti dell’isola. Sono delle dépendance molto spartane, dotate solo dell’essenziale.
Ecco, se ci si vuole riabituare all’essenziale questo è il luogo giusto. Qui ad Alicudi l’acqua arriva attraverso una chiatta che la porta per rifornire un serbatoio grande quanto tutta l’isola. Questo significa che non è infinita come nei rubinetti delle nostre case e pertanto si traduce nella necessità di utilizzarla con parsimonia. Docce brevi, scarichi moderati, per non sprecarne neanche un goccio.
Avevo dimenticato di dire che ad Alicudi non ci sono zanzare, ma ci sono tanti altri insetti “isolani” necessari per la conservazione dell’ecosistema.
Falene, gechi, tantissime libellule, calabroni; a quelli bisogna fare un po’ di attenzione soprattutto sulle spiagge, perché vivono nella roccia e il territorio è roccioso.
Le spiagge sono fatte di sassi di natura vulcanica di media grandezza, di pomice scura, che scendono fino ad un mare pulitissimo e trasparente, dal fondale stupendo, ricco di pesci e che va visto con maschera e boccaglio. Munitevi di scarpe da mare, perché è davvero impervio raggiungere il mare per fare il bagno.
Ad Alicudi non si vedono tramonti, (pertanto gli amanti della golden hour resteranno delusi) perché l’isola si trova al largo della costa nord orientale e pertanto se vorrete vedere una luce suggestiva, dovrete svegliarvi all’alba e vi assicuro che vi troverete immersi in una location da ricordare.
Le residenze più belle sono quelle che si raggiungono dopo aver salito circa 85 gradoni di mulattiere. Non è facile, ma è una piacevole attività fisica che fatta con scarpe adatte, si può trasformare anche in interessanti escursioni lungo tutto il pendio dell’isola.
Ad Alicudi vi è anche la spiaggia di Bazzina dove il mare è meno profondo e si può praticare lo snorkeling. Si raggiunge in barca (ci sono diversi pescatori che offrono questo servizio) o a piedi attraverso un sentiero ad anello che sale fino alla chiesa del Carmine e poi scende fino alla spiaggia sulla quale – ovviamente – non vi è nulla se non le pietre, alcuni alberi dove ripararsi dal sole nelle ore più calde e un mare stupefacente.
L’isola è ventilata. Non si avverte mai quel caldo afoso che si soffre invece in altre isole Eolie dove la presenza della civilizzazione produce un surriscaldamento che va ad unirsi al caldo della stagione estiva.
Insomma qui la natura comanda, ma allo stesso tempo protegge, preserva e sfama l’uomo.
Qui arrivano turisti provenienti da tutto il mondo. Lo scambio culturale è sobrio ma cordiale. Ci si saluta tutti mentre si attraversano le mulattiere; a volte ci si scambia informazioni.
Qualche sera, durante i fine settimana quando ci sono giovani ad abitare l’isola, i baretti mettono su un po’ di musica, che non è mai invadente e che cessa rigorosamente alla mezzanotte.
Vi dicevo delle stelle.
Dalle spiagge, ma anche dai terrazzi delle abitazioni – luoghi di pace e di calma – si possono ammirare le stelle e le costellazioni. Ma anche lo spettacolo della luce della luna crescente nell’acqua di quel mare che da blu di notte diventa nero come la pece e sulla cui superficie si specchia la luna, è degno di nota.
A volte può capitare che il cielo si annuvoli e che venga giù un acquazzone, ma niente da temere; la vostra giornata di mare sarà sempre salva, perché la pioggia arriva e passa velocemente.
Anche i due venti dell’isola, il libeccio e lo scirocco, soffiano per gonfiare le vele delle imbarcazioni e per increspare il mare, ma poi lasciano l’isola, consegnando un clima ideale soprattutto sul finire della stagione estiva.
Cani e gatti sono amici di tutti. Sono liberi, ma accuditi. Vengono a trovarti, ti scorrazzano intorno, ti strappano carezze e tengono compagnia.
Anche gli asinelli sono amici dell’uomo, ma va dato loro precedenza quando li si incontrano lungo il tragitto di salita e di discesa.
C’è l’essenziale ad Alicudi, ma c’è anche tutto quello che da nessun’altra parte potresti avere: la libertà del dolce far niente. Ad Alicudi c’è la forma perfetta di quella parte di noi che sta sempre in disparte, che vorrebbe uscire per prendere posto in prima fila mentre un orizzonte fatto di isole, cielo e mare, riconcilia con il mondo e con quella esigenza di pace che ci siamo disabituati anche a desiderare.
Portate qui, se verrete, un abbigliamento minimo. Roba da mare, poi magliette, un pantaloncino, vestitini leggeri, un paio di scarpe da ginnastica, un cappello per il sole. Nulla più. Anzi no … portate con voi la voglia di stare senza per forza dover fare. Ma se vorrete fare, ne avrete a sufficienza.
Prima di lasciarvi, ho ancora un paio di cose da dirvi.
Quando andate via, non strappate via fiori, piante o bulbi. Non sono souvenir, sono parte dell’isola e lì devono stare. Come anche le pietre della spiaggia. Non sono infinite, finiscono. Lasciatele dove sono.
Se al ritorno qualcuno vi chiederà: “che mi hai portato?” rispondete pure: “un cappero!” non vi crederanno, e rideranno; invece sarà la verità. E riderete anche voi.
Penultima cosa: Ad Alicudi, se saprete chiedere, troverete davvero tutto quello che cercate.
Ultima cosa, che poi è un ricordo che porterò sempre con me.
Il 30 agosto, mentre la Global Sumud Flottila è partita per la missione umanitaria a Gaza, ad Alicudi è stata issata la bandiera della Palestina al grido “Free Palestine”.
Ecco, in nessun luogo si dovrebbe dimenticare che lì a Gaza, i palestinesi stanno morendo. Non possiamo giraci dall’altra parte. Mai. E allora, anche da qui FREE PALESTINE!
BUON VIAGGIO
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